top of page

Pomodoro Siccagno selez. in Aridocoltura

​Pomodoro Seccagno ( Lycopersicon lycopersicon ):  cultivar importantissima quanto antica "u Siccagnu"  è un pomodoro  tipico del Sud Italia, la cui particolarità principale è che viene coltivato senza irrigazione. Questo comporta un'altissima sostenibilità, sia per il risparmio dell' irrigazione, che per la grande resistenza alle fitopatie comuni ai pomodori,.  inoltre la limitata presenza di spontanee non desiderate per via del terreno asciutto. Il frutto, di forma oblunga, è piccolo (intorno ai 20 gr), è gustoso e si presta a numerosi usi in cucina. La scarsa presenza di acqua nel frutto e la buccia spessa lo rendono ottimo per la conservazione invernale. In Sicilia, si usa per pomodori secchi come per le salse.

Prima del secondo dopoguerra i cultivar di seccagno, o siccagno, o pomodoro da secca,  erano molto diffusi. Non solo in Sicilia e Calabria, ma in tutto il Sud italia fino al Lazio,  con una varietà denominata   "pomodoro da secca", coltivato senza irrigazione e conservato appeso in trecce per l'inverno. Tutti le varietà di Seccagno sono infatti "serbevoli" cioè adatti alla conservazione invernale. Commercialmente il siccagno è coltivato attualmente solo in Siclia, in particolare nelle zone di Valledolmo, Sclafani Bagni, Alia Vallelunga, Villalba.

Aridocoltura agroecosistema_edited.jpg

DALLA SEMINA ALLA RACCOLTA

Portavaso_vuoto.jpg

 

SEMINA

Fattore fondamentale per il corretto sviluppo della pianta è mettere in terra una plantula in ottime condizioni, senza carenze o fisiopatie e con un apparato radicale ben formato in modo da superare con maggior successo le avversità che incontrerà durante tutto il ciclo di coltivazione.

La semina viene fatta ponendo un seme all'interno di un alveolo, si consiglia di piccole dimensioni (circa 2cm X 2cm) per poi ripicchettare, ovvero trapiantare la piantina in un nuovo alveolo appena avvenuta la fuoriuscita delle prime foglie vere.

RICORDA: è importante in Aridocoltura andare ad effettuare il trapianto in concomitanza delle piogge per favorirne l'attecchimento, di fronte un periodo di siccità più lungo è opportuno guadagnare un pò di tempo ripicchettando la plantula, pratica non strettamente necessaria ma consigliata.

Come irrighiamo? in Aridocoltura non facciamo attenzione solo all'acqua utilizzata in campo ma anche in serra poniamo dovute accortezze prediligendo l'irrigazione dal basso per limitare il consumo di acqua e diminuire l'insorgenza di malattie funginee; in questo caso la pianta per vasocapillarità andrà a prendere solo l'acqua a lei necessaria per il sostentamento.

Fare attenzione a lasciare sempre il terreno umido.   

Ricordare di concedere alla giovane piantina la luce necessaria per evitare il filamento di essa e perciò compromissioni nello sviluppo, dato che in condizione di scarsa radiazione solare la piantina tenderebbe a cercare la luce allungando lo stelo verso l'alto indebolendo la propria struttura. Se si riscontra questo allungamento dello stelo non c'è da disperarsi perchè possiamo correre ai ripari trapiantando la piantina in un vaso di dimensioni leggermente maggiore al presente alveolo interrando lo stelo allungato della plantula favorendo lo sviluppo di nuove radici dallo stelo

Compost organico

 

LAVORAZIONE DEL TERRENO E CONCIMAZIONE DI FONDO

  • Molto importante preservare la struttura del terreno non lasciandolo mai scoperto dato che un terreno in buone condizioni permetterà un corretto sviluppo della piantina

  • Trinciare il futuro terreno di coltivazione, possiamo utilizzare per appezzamenti più grandi trattore con trincia od un comune decespugliatore di fronte a terreni più piccoli

  • Arieggiare terreno e concimazione di fondo. Fattore fondamentale per il corretto sviluppo delle radici è arieggiare il terreno, dissodandolo, con attrezzi meccanici quali ripuntatore o manuali come una forca, meglio ancora una forca vanga. Durante questa operazione aggiungeremo ammendante, che può essere compost o letame di vari animali, ben maturo, da interrare; questa operazione viene fatta circa 40 giorni prima della messa a dimora della piantina o preferibilmente in autunno. Si può utilizzare anche compost pellettato nelle dosi riportate sulla sacca. Le dosi di ammendante sono circa 4-5 kg per metro quadrato (valori generici da costatare dopo aver fatto le analisi del proprio terreno ed aver consultato agronomo).  

  • Interramento biomassa sovescio. Se in autunno abbiamo seminato un miscuglio da sovescio si procederà  all’interramento della biomassa  che avverrà circa un mese prima del trapianto di pomodoro, e questa concimazione verde sostituisce il compostaggio iniziale.

  • Lavorazioni secondarie. Fresare il terreno nei primi 20 cm per preparare il letto di coltivazione, in questo memento si potrebbe optare alla falsa semina, pratica agronomica che spiegheremo opportunatamente in un altro articolo. Inutile e talvolta controproducente andare a lavorare il terreno oltre i 20 cm perchè andremmo a romperne ulteriormente la struttura senza avere alcun beneficio

  • Pacciamatura del terreno. e ala gocciolante Pratica agronomica attuata per preservare il terreno mantenendo valori più alti di umidità ed impedendo la formazione della crosta superficiale diminuendone l'impatto della pioggia. La pacciamatura ci permette quindi un risparmi economico per quanto riguarda la manodopera e manterrà per le piante una umidità più costante ed omogenea concedendoci irrigazioni molto meno continue. Nel contempo stendere sotto il telo ala gocciolante 16 micron per poter effettuare irrigazioni localizzate a goccia.

 

TRAPIANTO

  • Quando la pianta avrà un apparato radicale ben formato e le temperature lo permetteranno potremmo effettuare il trapianto in campo, possibilmente in concomitanza delle piogge per favorirne l'attecchimento. ​

  • Prima di trapiantare interrompere le irrigazioni  delle plantule per compattare il panetto di terra all'interno dell'alveolo agevolando l'estrazione e diminuendo lo stress da trapianto

Gestione  pianta ​​ in campo 

Questa varietà di pomodoro può essere coltivata senza l'uso di sostegni, è però consigliato impostare un sostegno per il fusto principale nelle zone di coltivazione con tassi di umidità più elevati per scongiurare il problema della peronospora. Per proteggersi da questo fungo possiamo andare ad irrorare sulle nostre piantine a circa due settimane dal trapianto, se non sono previste piogge nel mentre, il ramato, in modo tale da proteggerle in modo biologico.

Il sesto di impianto è 40 cm sulla fila ed almeno 1 metro tra le file. Consigliamo di seguire il sesto di impianto in base ai macchinare che poi dovranno entrare in campo per rendere e manovre più facilitate possibile.

Stiamo progettando un nuovo sistema di legatura e gestione culturale che porterà molti benefici dati da una migliore gestione di coltivazione della pianta, mantenendo costi di struttura e di tempo umano, sia di istallazione che gestione, più bassi concedendoci raccolti più abbondanti. Vi invitiamo a restare collegati per scoprire le nostre ricerche che illustreremo prossimamente e nel prossimo ciclo di coltivazione primaverile. Restate aggiornati. 

DSC00143.JPG
IMG_2690 3.HEIC

Concimazione

Al trapianto: concimi radicali biologici (con livelli di fosforo più alti) per favorire la radicazione della plantula

In fase vegetativa: l’azoto e fosforo, per l’allungamento e irrobustimento del fusto e per la formazione di foglie e fiori.

Fioritura e la fruttificazione: favorite dal potassio, elemento che da la colorazione delle bacche e al loro contenuto zuccherino, ma anche alla resistenza delle piante alle avversità.

Il fosforo insieme al potassio sono necessari per la maturazione di frutti e semi.

Questi elementi sono quelli richiesti in maggiore quantità per questo motivo vengono chiamati Macroelementi,  quelli richiesti in quantità ridotte, microelementi (magnesio, zolfo, calcio,ferro, rame ecc), si trovano normalmente presenti nel terreno, nell’ammendante e nei concimi naturali che si apportano. Il calcio è un elemento importante da fornire alla coltura per impedire la formazione del marciume apicale, classica fisiopatia data da un'erronea

Il calcio è un elemento importante da fornire alla coltura per impedire la formazione del marciume apicale, classica fisiopatia data da un'erronea irrigazione o carenza di calcio

 

Carenze

 

Bisogna sempre ricordarsi che:  

  • Nutrimenti mobili, quali azoto, fosforo, potassio, magnesio, cloro, nichel e molibneno, manifestano le loro carenze ed eccessi  sulle foglie più vecchie;

  • I nutrimenti immobili, quali calcio, zolfo, boro, rame, ferro, manganese e zinco, manifestano le loro carenze ed eccessi sulle foglie più giovani.

  • la carenza di azoto è visibile come colore verde pallido delle foglie e crescita limitata del fusto. Se eccede la concimazione azotata possiamo andare in contro ad un apparato vegetativo molto rigoglioso che porta un ritardo nella fruttificazione  esponendo le piante a punture di afidi e malattie fungine, oltre al rischio di inquinamento da nitrati nelle falde idriche sottostanti.

  • la carenza di potassio si riconosce per l’imbrunimento dei bordi delle foglie.

  • carenza di  fosforo le foglie possono apparire violacee e piccole, con fioritura e produzione scarsa

  •  carenza di magnesio invece si nota dall’ingiallimento particolare delle foglie, in cui le nervature interne restano verdi

  • Classica fisiopatia che possiamo trovare sul pomodoro è  il marciume apicale, noto anche come “culo nero”. Si tratta di carenza di calcio o squilibrio idrico che ne ostacola un'adeguata veicolazione. Il calcio può essere apportato naturalmente con la cenere di legna durante le lavorazioni  del terreno

Insetti dannosi

  • Cimici: danneggiano i frutti e le foglie con creando corpi necrotici su di essi dando ai frutti un pessimo sapore, si può correre ai ripari con reti anti-insetto o trappole ai feromoni.​

  • Tignola del pomodoro e nottua gialla: sono lepidotteri che scavano piccole galleria nelle foglie, fusto e frutto della pianta per i primi, danneggiano foglie fiori e frutti acerbi o in maturazione i secondi; per contrastarli possiamo intervenire con il  Bacillus thuringiensis specifico contro i lepidotteri nella fase larvale

  • Le mosche bianche: minuscoli insetti in colonie sulla pagina inferiore delle foglie, dove succhiano linfa e causano ingiallimenti della foglia e rilasciano  melata sulla lamina fogliare; possiamo contrastarli utilizzando piretro naturale 

  • Afidi: succhiano linfa dalla foglia provocandone l'arricciamento, li troviamo nella lamina fogliare di essa e la presenza di formiche che si cibano della melata, per contrastarli possiamo utilizzare come lotta integrata le coccinelle o utilizzare insetticidi naturali come l'olio di neem, l'olio di canola o sapone molle

  • Ragnetto rosso: un acaro di piccole dimensioni che trae nutrimento dalla linfa delle foglie e le decolora fino ad accartocciarle. In ambiente protetto possiamo effettuare  il lancio dell’insetto ausiliare Phytoseilus persimilis, mentre all’aperto possiamo provare a spruzzare dei macerati di aglio o trattare con la Beauveria bassiana

  • Tripidi: I danni dei tripidi sono visibili sulle foglie di pomodoro, perché le riempiono di tantissime macchie puntiformi argentate necrotizzando i punti attaccati; questo porta ad una ridotta fotosintesi delle foglie ed un pericolo per la trasmissione di virosi portate dalla puntura di insetto; devono essere combattuti mediante trattamenti con gli insetticidi ammessi in agricoltura biologica, a base di Beauveria bassiana

CASSETTE SICCAGNO .jpeg

RACCOLTA

  • Selezionare le piante più basse per le solanacee  essendo le meno esigenti di acqua. ​

  • Da queste raccoglieremo  in più piante gli ortaggi meglio formati, quando saranno ben maturi, selezionandoli per il prossimo ciclo di coltivazione.

  • Si sono riscontrati un numero pari a 3/4 cicli di raccolti abbondanti a scalare per pianta

OTTENERE E CONSERVARE
SEMI

  • Tagliare gli ortaggi, estrarre i semi, lavarli e metterli ad asciugare in  luogo ventilato, lontane dalla luce diretta del sole, in alternativa si possono utilizzare dei sacchetti in tulle, appesi all'interno di una stanza dotata di  deumidificatore per aiutare questo delicato processo di asciugatura delle sementi (consigliato).​

  • IMPORTANTE: non asciugare i semi con calore diretto superiore ai 40°C dato che porterebbe a una diminuzione sostanziale della germinabilità.

  • Asciugare adeguatamente la semente prima di conservarla per il prossimo ciclo di coltivazione​

  • Riporla all'interno di sacchetti di carta o in barattoli di plastica rigida (non trasparente) con chiusura sigillata​

  • Conservare le sementi in luoghi a microclima controllato con temperature non superiori ai 10°C se si ha la possibilità, oppure riporli in frigorifero nello scompartimento degli ortaggi (con temperature che vanno dai4-8°C) per avere un mantenimento di questa più lungo nel tempo. Si possono conservare anche a temperature massime di 20°C comportando però la minor conservazione nel tempo della semente

bottom of page