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​Comero del Deserto

​Abbiamo predisposto per lo studio n°8 file di cocomero, in ogni fila sono state piantate in media 40 piantine di cocomero. Il sesto di impianto è 1m sulla fila e 2 mt. tra le file. Le prode di coltivazione sono composte da due linee pacciamate con biotelo alternate con due linee pacciamate con in materiale organico (paglia). 

L’irrigazione avviene come precedentemente spiegato secondo lo schema controllo-trattamento, a file alternate, ottenendo un totale di 4 prode irrigate su 8.

SCHEMA ORTO COCOMERO DEL DESERTO.png

La coltivazione e la resa di questa Anguria ci ha sorpreso per la sua versatilità ed adattabilità nella coltivazione. Ricordiamo che è stata effettuata solo una concimazione iniziale di fondo e successivamente non abbiamo apportato alcun tipo di nutrizione. E’ stato operato nel seguente modo:

  • Le prime 4 linee di coltivazione sono state potate a ¾ del ciclo di coltivazione selezionando due linee che già avevano allegato un frutto

  • Le ultime 4 linee non hanno subito alcun tipo di potatura

Differenze sostanziali non sono state evidenziate tra le linee potate e non in cui si è riscontato una differenza di diametro degli ortaggi sull’ordine di circa il 10%. C’è quindi stato un raccolto simile, probabilmente determinato dal campionamento ridotto. E’ pertanto necessario fare ulteriori verifiche e per questo motivo, il prossimo anno riproporremo lo studio ma con un campione più grande. Altro motivo certo per questa uguaglianza di resa e diametro del raccolto, è senza alcun dubbio la conseguenza di attacchi della fauna selvatica, in modo specifico di cornacchie che hanno autoselezionato le angurie nelle linee non potate e ne hanno danneggiati circa il 20% nelle linee potate. In totale la fauna è responsabile della perdita del 40 % della produzione. Abbiamo risolto, o perlomeno notevolmente ridotto, questo problema con l’utilizzo di dissuasori comunemente reperibili in molte agricole.  

Vogliamo evidenziare che la fase vegetativa di questa coltivazione non è invasiva come invece avviene in molte altre varietà di anguria, con conseguenti vantaggi di gestione e di ottimizzazione della coltura. Inoltre non avere una fase vegetativa molto invasiva permette di concentrare i nutrimenti ai frutti accorciando la fase di coltivazione.
Questa resistenza all’aridità è data dal notevole spessore della buccia, azione importante che aiuta la resistenza del frutto alle forti piogge che porterebbero le normali angurie a rompersi per il troppo accumulo di acqua.

Abbiamo utilizzato le sonde di *****, per avere dati scientifici ed analizzabili al fine di poter dare informazioni e parametri veritieri. Le sonde sono state collocate una per la linea di coltivazione con copertura fatta dal biotelo ed una dalla paglia, entrambe non irrigate. Questo per riuscire a valutare visivamente e con grafici quali sistema presentasse maggiori benefici per la coltura.
Le linee di coltivazione irrigate venivano fatte a cicli standardizzati ogni 4 giorni per 3 ore simulando così le irrigazioni date in campo nella loro coltivazione comune.

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Dati raccolti 

Il nostro studio atto a evidenziare le differenti risposte della coltivazione ai materiali ha prodotto le seguenti considerazioni,

Vantaggi del Biotelo nero rispetto alla paglia:

  • presenta circa il 60% in meno di piante infestanti rispetto alla paglia

La minor presenza di spontanee durante il ciclo di coltivazione riduce in modo significativo le ore di lavoro per proda​

  • la crescita della plantula è più veloce, sopratutto quando si hanno temperature ostiche all'ottimale attecchimento

  • un minora propensione agli attacchi funginei

  • costo inferiore

  • tempo stesura sensibilmente ridotto

  • reperibilità

  • quantità di materiale (su una​

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Il questo caso non abbiamo avuto un particolare aumento della temperatura nel terreno perchè il nella fase vegetativa di questa coltivazione abbiamo l'apparato epigeo della pianta che va a ricoprire quasi completamente la proda di coltivazione 

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Di seguito visualizzeremo dei grafici a supporto dello studio ottenuto grazie alle sonde di *****, e illustreremo i grafici che rappresentano la temperatura superficiale e l’umidità nel terreno.

Misurazione temperatura terreno 

Screenshot 2024-09-19 at 14.37.33.png

1) pacciamatura con Biotelo nero

Screenshot 2024-09-19 at 14.37.33.png

2) pacciamatura con paglia

Come si evince dal grafico (1) abbiamo avuto temperature che oscillavano dai 15-16° ai 45° per quanto riguarda il biotelo nero, e dai 17-18° ai 40  (2) per la copertura in paglia. E' stato quindi riscontrato un aumento delle temperature di circa 5°C, soprattutto nei mesi più caldi della stagione. Questo aumento è dato dal colore del biotelo, motivo per il quale è in previsione nei prossimi studi andare a sperimentare sistemi di copertura del suolo dati da un biotelo bianco, da poco presente in commercio, portando la ricerca in Aridocoltura a livelli ancora più competitivi. l'aumento di temperatura nel terreno non è significativamente alto come nella ricerca del pomodoro, questo grazie all'apparato aereo del cocomero che è più coprente rispetto il pomodoro.

Misurazione umidità terreno

Screenshot 2024-09-19 at 14.37.33.png

1) pacciamatura con Biotelo nero

Screenshot 2024-09-19 at 14.37.33.png

2) pacciamatura con paglia

Come vediamo dal grafico (1) la copertura con paglia riesce a trattenere più umidità rispetto alla pacciamatura con biotelo (2). Nel grafico possiamo vedere le fasi di picco, che chiaramente coincide a quando abbiamo irrigato o c’è stata una pioggia. In tutto abbiamo effettuato 3 cicli da 3 ore di irrigazione ciascuno, corrispondenti ai picchi presenti nei grafici. Come si evince dalla prima metà del grafico siamo di fronte ad un'aumento dell'umidità data dalle temperatura più contenute, andando avanti nel grafico, con l'aumento delle temperature l'umidità tende a diminuire. Grazie ad attente lavorazioni del terreno, come spiegato nell'articolo lavorazioni del suolo, siamo riusciti a mantenere livelli alti e prolungati di umidità nonostante stessimo coltivando con un terreno ad un impasto per il 60%sabbioso. 

Numero, peso e grandezza cocomeri 

​Abbiamo effettuato il conteggio dei frutti a maturazione e poi successivamente pesati. Il conteggio è stato fatto per fila in modo da avere infine 4 gruppi di angurie: irrigate e non irrigate con paglia, irrigate e non irrigate con biotelo.

Conteggio frutti maturazione cocomero.png

​Il riscontro è sicuramente positivo per il biotelo, in questo caso non abbiamo avuto particolari differenze di riscaldamento del suolo a seguito delle radiazioni solari perché di per sé questa coltura tende a coprire il suolo. Di fatti l’utilizzo del biotelo ha aiutato la piantina nelle prime fasi di coltivazione evitando l’insorgenza di erbe infestanti e riducendo notevolmente le malattie funginee. Anche in questo caso il prossimo anno estenderemo la ricerca con l’utilizzo di biotelo di colore bianco.

Sono stati pesati i cocomeri raccolti in base al tipo di copertura del suolo ed ovviamente alle linee di coltivazione irrigate e non irrigate, abbiamo inoltre misurato la circonferenza dell’ortaggio, sono stati presi 6 campioni per gruppo di coltivazione e poi è stata calcolata la media.

peso raccolto cocommero _edited.jpg
dimensioni cocommero .png

Misurazione grado zuccherino

Successivamente si è misurato a campione  il grado zuccherino (Brix) delle differenti linee, come di seguito riportato:

misurazione grado brix .png

Il grado zuccherino, come avevamo immaginato, è più alto negli ortaggi non irrigato per circa 1 Grado Brix, questo ci conferma quanto la frequenza delle irrigazioni possa portare a sapori differenti al prodotto e quanto gli ortaggi coltivati in aridocoltura presentano qualità organolettiche e di sapori migliore rispetto ai convenzionali sistemi di coltivazione. 

​Conclusione ed obbiettivi per il prossimo anno

â€‹È stato riscontrato che la produzione non è stata condizionata in modo incisivo dall’irrigazione con differenza di raccolto inferiore al 20%; I cocomeri coltivati in Aridocoltura hanno mostrato un grado Brix più alto almeno di 0.5/1 grado Brix. Fattore che ha un po' condizionato la ricerca è stato l’attacco della fauna selvatica, principalmente di cornacchie ma anche di istrici. Il prossimo anno interverremo subito con dissuasori per arginare questo problema.
Un altro punto che vogliamo sicuramente sperimentare è il sistema di copertura del terreno. Siamo rimasti favorevolmente colpiti dal biotelo. Non solo nelle prime fasi di crescita, ma in tutto il ciclo colturale, il biotelo ha favorito la crescita delle piantine ed il loro sviluppo, la messa a dimora semplice e meccanizzabile e blocca la crescita delle erbe infestanti almeno il 60% in più rispetto alla paglia.  E’ in programma l’utilizzo di un biotelo di colore bianco per sperimentare anche questo sistema di copertura e verificare si ci siano miglioramenti.
Per concludere abbiamo ottenuto dei risultati straordinari per delle colture aventi solo concimazione di fondo ed irrigazioni pressocchè inesistenti. Gli unici costi sostenuti sono stati il biotelo con relativa messa a dimora, concimazione di fondo e raccolta del prodotto.
Il prossimo anno faremo ulteriori prove sulla conservazione del prodotto, sia in luoghi ad atmosfera controllata che senza il controllo del microclima.

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